venerdì 14 marzo 2008

Dare corso all'inizio del discorso...

Dopo il primo post, e tenendo nel debito conto i commenti ad esso inviati, cerchiamo di proseguire, tentando anche di iniziare ad indicare alcune tematiche da sviluppare, con l'obiettivo, dopo una prima sollecitazione, di imprimere un corso più ordinato alla discussione. Non si tratta, com è ovvio, di reprimere la spontaneità con la quale di volta in volta si aggiungeranno commenti e si darà vita al dibattito, né di voler predeterminare l'andamento dello stesso. Tuttavia il progetto al quale lavoriamo si incardina su alcune grandi questioni, di portata storica, che necessitano di essere analizzate utilizzando un metodo di discussione.
Il concetto di felicità, il bilancio del socialismo del XX secolo, l'analisi della forma partito, l'analisi dell'attuale forma assunta dal capitalismo globalizzato, per citarne solo alcune.
In questo senso da ora saranno presenti alcune categorie che per comodità useremo nel prosieguo del nostro discorso e che, seppure nella loro genericità, ci aiuteranno a meglio catalogare il materiale, tenendo però nel debito conto la relazione dialettica tra esse. Potremmo cominciare usando la filosofia, l'economia, la politica/l'antipolitica, il movimento/partito della felicità, il socialismo del XXI secolo. I prossimi post saranno quindi raccolti in queste categorie. Nel corso della nostra discussione, nell'avanzamento concreto del progetto, modificheremo la nostra categorizzazione, laddove si renderà necessario.

E ora alcune osservazioni di carattere pratico. In primo luogo la firma dei commenti: a meno che non ci siano particolari ragioni sarebbe preferibile firmarli anziché usare la forma anonimo. La nostra discussione libera, aperta, alla luce del sole, ne gioverebbe. In secondo luogo la loro lunghezza: sarebbe ottimale la sintesi, sempre che la materia stessa lo permetta. Bisogna vedere questo blog in prospettiva e quindi augurarsi che il numero di commenti aumenti, e con esso quindi la portata quantitativa e qualitativa della discussione. In quel caso si comprende che per l'amministratore, come anche per i partecipanti, ci sarà la necessità di leggere molti contributi. Di qui l'appello a far uso del dono della sintesi.

Buon lavoro a tutti noi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Il combattimento per il comunismo è il comunismo. E` la possibilità che il maggior numero possibile di esseri umani viva in una contraddizione diversa da quella odierna. Unico progresso, ma reale, sarà un luogo di contraddizione più alto e visibile, capace di promuovere i poteri e le qualità di ogni singola esistenza. Riconoscere e promuovere la lotta delle classi è condizione perché ogni singola vittoria tenda ad estinguere quello scontro nella sua forma presente e apra altro fronte, di altra lotta, rifiutando ogni favola di progresso lineare e senza conflitti.

Meno consapevole di sé quanto più lacerante e reale, il conflitto è fra classi di individui dotati di diseguali gradi e facoltà di gestione della propria vita. Oppressori e sfruttatori con la non - libertà di altri uomini si pagano quella, ingannevole, di scegliere e regolare la propria individuale esistenza. Il confine di tale loro “libertà” non lo vivono essi come confine della condizione umana, ma come un nero Nulla divoratore. Per rimuoverlo gli sacrificano quote sempre maggiori di libertà, cioè di vita, altrui; e, indirettamente, della propria. Oppressi e sfruttati, vivono inguaribilità e miseria di una vita incontrollabile, dissolta in insensatezza e non-libertà. Né questi sono migliori di quelli, finché si ingannano con la speranza di trasformarsi in oppressori e sfruttatori. Migliori cominciano ad esserlo invece da quando assumono la via della lotta per il comunismo; che comporta durezza ed odio per tutto quel che, dentro e fuori degli individui, si oppone alla gestione sovraindividuale delle esistenze; e flessibilità ed amore per tutto quel che la promuove e la fa fiorire.

Il comunismo in cammino [altro non esiste] è dunque un percorso che passa anche attraverso errori e violenze, tanto più avvertite come intollerabili, quanto più chiara sia la consapevolezza di che cosa siano gli altri, di che cosa noi si sia e di quanta parte di noi costituisca anche gli altri. Comporterà che uomini siano usati come mezzi per un fine che nulla garantisce invece che, come oggi avviene, per un fine che non è mai la loro vita. Ma chi sia dalla lotta costretto ad usarli come mezzi, mai potrà concedersi buona coscienza o scarico di responsabilità sulla necessità e la storia. Dovrà evitare l’errore, angelistico, di un perfezionamento illimitato; ossia di credere che l’uomo possa uscire dai propri limiti biologici e temporali. Con le manipolazioni più diverse quell’errore ha già prodotto e può produrre dei sottouomini o dei sovrauomini; ossia questi su quelli. Comunismo è rifiutare ogni specie di mutamenti per preservare la capacità di riconoscerci nei passati e nei venturi.

Il comunismo in cammino adempie l’unità tendenziale tanto di uguaglianza e fraternità, quanto di sapere scientifico e di sapienza etico - religiosa. La gestione individuale, di gruppo e internazionale dell’esistenza [con i nessi insuperabili di libertà e necessità, di certezza e rischio] implica la conoscenza dei limiti della specie umana e della sua infermità radicale [anche nel senso leopardiano], specie che si definisce dalla capacità di conoscere e dirigere se stessa e avere pietà di sé. Il comunismo è il processo materiale che vuol rendere sensibile e intellettuale la materialità delle cose dette spirituali".
Franco Fortini