sabato 8 marzo 2008

Per iniziare un discorso...

"La grande truffa del rock'n'roll" si titolava uno dei più famosi album dei Sex Pistols.

Il capitalismo, ormai globalizzato in quanto formazione economico-sociale, propina dal 1989 la sua grande truffa: il fallimento, irreversibile, del socialismo. E da allora i suoi guru ci hanno promesso di costruire un mondo di pace e di benessere per tutti...

Da allora, però, abbiamo visto solo il moltiplicarsi delle guerre, il progredire della devastazione ambientale, il diffondersi della fame e delle epidemie, l'aumento della disoccupazione, l'abbassamento del cosiddetto potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, coi quali ormai non si vive più, il degrado delle città, l'abbrutimento degli uomini e delle donne, la diffusione di massa della droga e dell'alcool, la tristezza stampata sui volti dei giovani, la disperazione su quelli degli anziani, la noia e l'angoscia su quelli degli adulti.

Il secolo che è appena trascorso, quello breve per dirla con Eric J. Hobsbawm, ha visto l'umanità dissanguarsi in due guerre mondiali e, tra queste due, il tentativo ambizioso, titanico per certi versi, utopistico a detta di molti, di costruire una società fondata sull'uguaglianza, la libertà, la fraternità tra uomini e donne, nella quale essi si emancipassero per sempre dalle forze "cieche" alle quali la loro esistenza era stata subordinata.

Quest'ambizione, in nome della quale tanti hanno combattuto, sono stati perseguitati, incarcerati, sono morti e alla fine hanno trionfato, si chiamava socialismo.

Il mondo è cambiato grazie a quell'esperienza, nel bene e nel male, e lo stesso capitalismo, nella sua feroce lotta per distruggerla, ha cambiato se stesso, affinando le sue tecniche di propaganda, rendendo scientifico il suo metodo di aggressione, armata e non, verso quei paesi, imparando a combattere meglio all'interno dei paesi da esso dominati il pericolo di una rivoluzione socialista.

E tuttavia questa umanità, alla quale poco meno di venti anni fa si prometteva il paradiso in terra, dimostra di avere un bisogno disperato di cambiare, di uscire dalla situazione ogni giorno più difficile nella quale si trova, di trovare una soluzione ai mille problemi che un'esistenza ormai priva di senso, nel significato sociologico del termine, le pone innanzi. E lo fa in mille modi diversi, nei paesi dominati dall'imperialismo lottando contro di esso e tentando di costruire una via di sviluppo autonoma e indipendente, nei paesi cosiddetti industrializzati attraverso le innumerevoli forme di protesta inscenate per difendere le condizioni di vita materiale e spirituali (dagli scioperi per i contratti di lavoro, alle manifestazioni contro il degrado e la ghettizzazione delle periferie, contro le avventure militari e la guerra, per i diritti civili, per il lavoro, l'ambiente, la salute).

Più o meno consapevolmente, l'umanità è alla ricerca di una strada, di una via di uscita. Più o meno consapevolmente, già ora ci sono uomini e donne che lavorano per trovarla.

Con uno sguardo al passato certo, poiché senza memoria non può esserci futuro, per imparare dagli errori, poiché non si tratta, com'è ovvio, di difendere acriticamente l'esperienza del socialismo del XX secolo.

Si tratta, infatti, di costruire il socialismo del XXI secolo. Un percorso difficile, ma al tempo stesso entusiasmante, per edificare la felicità.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

para enteblar una charla...

"El grande engaño del rock’n’roll” se llama uno del los mas conocídos álbum de los Sex Pistols.
El capitalismo, ahora ya globabizado cómo formación economico-social, alarga desde 1989 suyo grande engaño: el fracaso, irreversible, del socialismo. Desde entonces, suyos fanáticos, nos prometieron la construción de un mundo de paz y bienestar para todos…
Desde que, todavia viimos solamente aumentarse de las guerras, las devastaciones del medio ambiente, multiplicarse el hambre, epidemias, aumentar el desempleo, la disminución del denominado poder de compra del salario y jubilaciones, con esos no podemos vivir también, el deterioro de la ciuidades, el embrutecimiento de hombres y mujeres, la difusión masiva de droga y alcohol, la tristeza impresa sobre las caras de los jovenes, la desesperación de los viejos, el aburrimiento y recelo de los adultos.
El siglo desde un rato pasado, el corto siglo veinte, cómo dijó Eric J. Hobsbawm, he visto la humanidad desangrarse en dos guerras mundiales, y entre ellas, la tentativa ambiziosa, de cualquiera manera titanica, según muchas personas utópica, construir una sociedad cimentada encima de la igualdad, la libertad y la hermandad entre los hombres y mujeres, para la emancipación de la fuerzas ‘ciegas’ que agobian la existéncia de la humanidad.
Esa ambición, en el nombre de aquellos tantos que combatieron, que sufrieron el carcel, la persecución, y al final triunfaron, se llamó socialismo.
El mondo cambió a traves de esa experiencia, en el bien y mal, y el mismo capitalismo, en suya feroz destructiva lucha en contra eso, cambió sí mismo, refinando las técnicas de propaganda, rendiendo cíentifica la manera de agredir, armada y no, en contra aquellos paises, aprendiendo mejor en el combate en contra de la posibilidad de una revolución socialista.
Y a pesar de esa humanidad, se prometé para ella pocos menos de veinte años atrás el paradiso en tierra, demonstra una desensperada necesidad para el cambio, una salida desde esa situación cada día mas difícil, hallar una solucion para una existencia llena de problemas ya privada de significado, en el sentido sociológico de la palabra. Eso lo hace en mil manera, en los paises dominado por el imperialismo lucrando contra el y procurando de construir un camino de desarollo autonomo y independiente, en los paises denominados industrializados a través de inumerables formas de protestas para defender condiciones de vida material y espiritual (huelgas por un mejor contracto, demonstraciones en contra el deterioro de las afueras, las agresiones militares, las guerras, los derechos civiles, el trabajo, el medio ambiente y la salud).

Mas o menos concientemente, la humanidad esta en la busqueda de un camino, de una salida. Mas o menos concientemente, ya ahora hay hombres y mujeres trabajando para encontrarla.

Con una mirada atras, pues, porqué sin memoria no hay porvenir, para comprender las equivocaciones porqué no tenemos que defender acriticamente las experiencias del socialismo del siglo XX.

Tenemos que construir el socialismo del siglo XXI. Es un sendero difícil, pero en el mismo tiempo entusiasmante, por la edificación de la felicidad.

Anonimo ha detto...

Molto gradito il post contenente la traduzione. Può servire nella diffusione internazionale del blog stesso. Tuttavia è ora di dialettizzarsi con il discorso iniziato, commentandolo, ampliandolo, dandogli corpo, sollevando questioni, aprendo il dibattito già a partire da queste prime, poche e sommarie considerazioni svolte.

Anonimo ha detto...

La necessità di costruire una società altra rispetto all'attuale sistema sociale-economico e politico è la necessità di sviluppare un Potere Costituente che non può che nascere dal fuoco della lotta delle mobilitazioni popolari. Un Potere Costituente che inevitabilmente collide con il Potere Costituito, un Potere Costituente che non può che nascere da pratiche di Controllo Popolare che, nel mentre queste esercitano pressione sulle istituzionalità costituite, rappresentano da banco di prova nella pratica e nell'agire delle contraddizioni immediate, per l'imposizione di un Sistema altro che può solo crescere dall'accumulo delle esperienze realizzate, siano esse conquiste parziali necessarie per rendere possibile l'avanzamento nelle lotte, siano essi errori ancora più educativi - nella misura in cui si riconoscono e si correggono - che inevitabilmente capita di commettere.
Il Potere Costituente è rappresentato dai Comitati Popolari dove si socializzano le esperienze dei quartieri popolari, i Collettivi Studenteschi nelle scuole e le Università, i Consigli dei Lavoratori nei luoghi di lavoro, fabbriche, aziende, i Gruppi di Controllo e di Pressione Popolare sulle istituzioni pubbliche, sui e nei servizi pubblici e privati, scuole, ospedali, luoghi di ritrovo dove è necessario imporre la soddisfazione delle esigenze delle collettività.
O si sperimenta, o si sbaglia. L'intelligenza collettiva, la creatività della maggioranza, il rifiuto di una visione e pratica rotinaria della vita sono gli strumenti imprescindibili per l'edificazione di una autenticà società socialista. L'obiettivo ed il percorso, la meta ed il mezzo, sono dialetticamente interconnessi ; ciò che precedentemente era l'obiettivo si tramuta in mezzo e ciò che prima era la meta diventa parte del percorso sentiero.
Dove sono mortificati il genuino protagonismo e la sincera creatività di tutti e di ciascuno, non c'è vita intelligente possibile, non c'è possibilità di socialismo alcuno.

Rosario Cercola ha detto...

Al post di anonimo vale la pena rispondere come "ammnistratore" del blog. Dopo l'invito fatto a continuare il discorso iniziato con il primo post di questo blog, con piacere registriamo l'ultimo intervento che, seppure a grandi linee, prova ad entrare nel merito di alcune questioni, delineando addirittura una prima ipotesi di percorso, poiché l'accenno al Potere Costituente tale è.
La sollecitazione è di spessore, l'argomento va indubbiamente approfondito.
Una prima riflessione a caldo concerne la natura stessa del potere Costituente. I rivoluzionari francesi erano ben consapevoli di procedere ad una "cambiamento illegale delle condizioni legali". E del resto quando anonimo afferma "Un Potere Costituente che inevitabilmente collide con il Potere Costituito" mostra di ben comprendere la portata del problema.

Una seconda riflessione riguarda il "fuoco della lotta delle mobilitazioni popolari". Si è detto nel post che già oggi esiste una variegata forma di mobilitazione popolare e se ne sono citati, certo non a titolo esaustivo, alcuni esempi. Su questo quindi non dobbiamo corre il rischio di avvitare la discussione. La lotta esiste e la sua natura disorganica, frammentaria, disorganizzata e priva di prospettiva "costituente" è esattamente il problema col quale confrontarci. L'unificazione del magma della mobilitazione nel progetto del Movimento/Partito della Felicità/socialismo del XXI secolo è l'obiettivo strategico da perseguire.